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INTEGRAZIONE E NUTRIZIONE CORRETTA nella MUTAZIONE MTHFR

INTEGRAZIONE E NUTRIZIONE CORRETTA nella MUTAZIONE MTHFR

Depressione, problemi cardiocircolatori, dipendenze, dimenticanze, affaticamento, problemi gastrointestinali ed altro ancora? Potrebbe esserci una causa comune: la mutazione del gene MTHFR
Donna sorridente con pomodori in mano a testimoniare come la buona alimentazione favorisca il benessere mentale oltreché quello fisico
Benessere
🕑 5 minuti
Written by
Alec Whitten
Published on
17 January 2022

INTEGRAZIONE ENUTRIZIONE CORRETTA nella MUTAZIONE MTHFR

Depressione, problemi cardiocircolatori, dipendenze, dimenticanze, affaticamento, problemi gastrointestinali ed altro ancora. Se ti riconosci in uno o in diversi di questi sintomi allora potresti essere interessato a sapere che potrebbe esserci una causa comune: la mutazione del gene MTHFR

Questa mutazione è stata scoperta, per la prima volta nel 1991.

È stato visto che in presenza di questa mutazione, il gene che codifica per l’enzima Metil-tetraidrofolato-reduttasi (MTHFR) è difettoso e comporta una riduzione della sua attività con conseguente diminuzione della produzione enzimatica.

Questo enzima è coinvolto nei processi di metilazione, necessari nel mantenimento dello stato di salute.

Risulta essere coinvolto:

·       Processi riparazione cellulare

·       Attivazione di geni ed enzimi

·       Riparazione DNA

·       Regolazione ed attivazione del sistema immunitario

·       Detossificazione epatica

·       Regolazione dei processi infiammatori

·       Mantenimento dei livelli normali di omocisteina

·       Sintesi di neurotrasmettitori

 

Esistono diverse mutazione del gene MTHFR che sono state scoperte fino ad oggi e studi in corso per comprenderle tutte.

MTHFR C677T e A1298C queste sono le più studiate; ognuna di esse presenta meccanismi differenti, tutte però impattano sui processi chimici del ciclo dei folati e di conseguenza sul ciclo dell’omocisteina e dei processi di metilazione. Ad oggi l’incidenza nella popolazione italiana è di circa il 20-30%, con punte regionali del 40%.

La presenza di questa mutazione è stata correlata positivamente alla comparsa di varie problematiche, alcune delle quali sono:

·       malattie cardiovascolari

·       malattie autoimmuni

·       malattie oncologiche

·       poli-abortività o aborti spontanei

·       difetti del tubo neurale

·       infertilità maschile

·       iper-omocisteinemia correlata a patologie cardiovascolari

·       Carenza di folati

·       asma

·       dipendenze

·       depressione

·       emicrania

·       allergie

·       diabete

·       problematiche gastrointestinali

·       detossificazione epatica ridotta

Solo un test genetico può verificare con certezza se hai una mutazione e di quale tipo.

Quando c’è la presenza di questa mutazione l’integrazione non deve essere lasciata al caso, capiamo perché.

La vitamina B9 o acido folico svolge un ruolo cruciale in questa mutazione.

L’acido folico non è metabolicamente attivo e per avere un effetto biologico deve subire delle trasformazioni che avvengono nell’intestino e nel fegato. Nell’ultima di queste trasformazioni entra in gioco l’enzima metil-tetraidrofolato-reduttasiche trasforma l’acido folico in 5-metil-tetraidrofolato, forma biologicamente attiva.

Nelle persone che presentano queste mutazioni la conversione è ridotta per via di una riduzione di questo enzima.

Integrazione risulta essere fondamentale in questo caso e non deve essere integrato acido folico ma la sua forma metilata metabolicamente attiva ovvero metilfolato o 5-metil-tertraidrofolato.

La somministrazione di acido folico può presentare quindi alcuni inconvenienti, come la ridotta biodisponibilità dei folati con accumulo di metaboliti intermedi potenzialmente dannosi soprattutto nel caso di dosaggi elevati.

È stato visto inoltre che una assunzione inadeguata di acido folico in questi casi può risultare tossica e inibisce ancora di più la ridotta quantità di enzima MTHF funzionante nel fegato e nei tessuti.

Solo l’integrazione con 5-metiltetraidrofolato (5-MHTF) è in grado di superare la mutazione e garantire a tutti una forma di vitamina B9 già attiva in grado di esercitare le sue funzioni biologiche.

Altre integrazioni devono essere valutati a seconda della mutazione e delle esigenze.

Un corretto regime alimentare è importante perché funge da fattore protettivo e non aggrava la sintomatologia riportata sopra, alcuni consigli generali sono quelli di

·       evitare junk food (cibo spazzatura)

·       diminuire gli zuccheri raffinati

·       usare alimenti di qualità, stagionali, freschi in particolare carne, frutta e verdura

·       evitare cibi che contengono acido folico aggiunto

Le mutazioni MTHFR C677T e A1298C rappresentano un fattore di rischio cardiovascolare soprattutto in soggetti che presentano bassi livelli plasmatici di folato (o vitamina B9). Ciò sottolinea l’importanza di una dieta, uno stile di vita e un eventuale integrazione, idonei.

Il motto è sempre lo stesso: sana alimentazione tutto l’anno e attività fisica.

Ma non è sempre semplice seguire una corretta alimentazione, specialmente in casi come quelli di cui abbiamo appena parlato e l’errore è sempre dietro l’angolo. Se vuoi un aiuto concreto, prenota ora una consulenza con la nostra biologa nutrizionista, la Dr.ssa Martina Giacobbi.

E se vuoi fare una cosa ancora più completa, abbina anche una consulenza gratuita con il nostro personal trainer il Dr. Wilson Cattivera.

 

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